lunedì 25 gennaio 2021

The Modernist Revolution

Il termine “Modernismo” designa una tendenza espressiva della letteratura e dell’arte che si sviluppa nei primi decenni del XX secolo, foriera di una nuova sensibilità, ponendosi in un rapporto di netta rottura con il passato e introducendo tecniche narrative tra cui il verso libero, il flusso di coscienza ed una diversa concezione dello spazio e del tempo derivante dai recenti sviluppi della fisica con la relatività di Einstein (1905). L’interesse nella ricerca della verità interiore e psicologica dell’individuo è indice dell’impatto sulla produzione letteraria degli studi di Sigmund Freud sulla psicoanalisi.



Created by Luca Dello Russo 5ASA.



domenica 10 gennaio 2021

ReadOn Project: Oscar Wilde, "The Picture of Dorian Gray"

La bellezza, intesa come canone estetico, è stato considerato nel corso dei secoli un valore etico-sociale, un motivo di preminenza personale, un parametro di valutazione dell’essere umano in ogni sfera della sua globalità esistenziale. La perfezione esteriore è stata quasi sempre prevalente su qualsiasi altra tipologia di valori, morali, affettivi, intellettuali, come se la bellezza di un individuo fosse il limite oltre il quale non era necessario spingersi per conoscerne la vera essenza, la pietra miliare dell’approvazione personale, della considerazione umana, della stima sociale. Ma un’altra disputa, che ha sempre animato il dibattito culturale, filosofico e letterario, è stata la contrapposizione tra essere e apparire, tra perfezione esteriore ed essenza interiore, un tormentato percorso ideologico, che ha spinto il pensiero umano ad oltrepassare la soglia della mera bellezza materiale per indagare e apprezzare l’uomo in tutta la complessità del suo mondo interiore. Uno dei più mirabili esempi di esasperazione del mito della bellezza elevato ad ossessione esistenziale ci è offerto dal “Ritratto di Dorian Gray“, di Oscar Wilde. Maturato in pieno ambiente decadentistico di fine ‘800, nel quale si palesa la crisi dei tradizionali valori della civiltà occidentale, la trama del romanzo ruota intorno al mito dell’estetismo, in cui la bellezza viene considerata superiore a qualunque altro valore di natura morale. E il protagonista dell’opera ottiene di poter eternare la sua bellezza, perché al suo posto invecchia il suo ritratto. Più egli si macchia di nefandezze, di azioni turpi, più il suo volto si mantiene intatto nella sua inalterabile perfezione, più il suo ritratto, simbolo della sua anima dissoluta, si imbruttisce, si deturpa, si deforma, l’ideale della eterna bellezza si trasforma in una vera e propria dannazione. Anche al dandy per eccellenza, Oscar Wilde, non sfuggivano i limiti di una concezione della bellezza puramente di facciata e si rivelavano in tutta la loro importanza quelle virtù nascoste, che rendono bella una persona: l’onesta, la bontà, la generosità. E questa contrapposizione bellezza apparente-bellezza interiore è di grande attualità nei giorni nostri, dove predomina la cultura dell’immagine, che impone di essere piacenti ad ogni costo, mette al bando la vecchiaia e le imperfezioni del corpo alla stregua di vergogne sociali o cause di emarginazione e di bullismo. Si “deve” essere belli, non importa a quale prezzo: chirurgia estetica, discutibili trattamenti medici, diete che sfiorano l’assurdo. La bellezza è poca cosa, se è limitata ad una pura e semplice perfezione di superficie, che è comunque destinata a svanire sotto i colpi implacabili del tempo. La vera bellezza deve essere supportata da una luce meravigliosa che deriva dai valori, che nutrono il nostro spirito, la luce dell’intelligenza, e dell’altruismo, senza la quale anche l’apparenza più perfetta finisce per sciuparsi o addirittura, deturparsi, come succede al ritratto di Dorian Gray.

— prof.ssa Patrizia Martone





Created by Luca Dello Russo 5ASA.