L'intervista immaginaria che segue, con Walter Scott e Alessandro Manzoni, ha quale obiettivo il confronto tra i due grandi scrittori. Manzoni viene indotto dalla lettura dell'autore scozzese a scrivere un romanzo in prosa decidendo, così, di rappresentare la società milanese e le persone del Seicento, epoca caratterizzata da "passioni, anarchia, disordine, follia e ridicolaggini", caratteristiche proprie, secondo lo scrittore, della società in ogni epoca. Manzoni vuole evitare "l'errore" di Walter Scott che, nei suoi romanzi si allontana dalla realtà storica, dando ampio spazio ad avventure di eroi e trame, raggiri, inganni e congiure di malvagi, creando, così, suspense. Manzoni, invece, cerca di fondere il sentimento della complessità del cuore umano, la percezione della complessità della società e il misterioso senso di imperscrutabilità della Provvidenza divina, basandosi sempre sull'utile, il vero e l'interessante e mai sulla finzione.